G.G.6 PDF Stampa E-mail
  • Percorso Grande Guerra 6

  • Obra, dalla Rosta dei Taliani alle trincee di Rio Romini
  • Poco oltre Ometto, prima che la strada imbocchi il ponte che porta nei boschi in direzione Passo di Campogrosso, nella parte a monte dei prati inizia la lunga carrareccia che, costruita dall'esercito italiano e che ancora oggi e' conosciuta con il nome di “Rosta dei Taliani”, raggiungeva il crinale del Loner sulla sponda destra del Rio Romini; luoghi che oggi non evocano piu' quelle battaglie all’arma bianca combattute sulle rive del Rio nei primi giorni del giugno 1916, ma che ci indicano che, se in quei giorni le sorti degli assalti sul corso d'acqua non avessero seguito il corso conosciuto, la storia avrebbe preso un indirizzo diverso, con gli imperiali che, avanzati a poco piu' di sette chilometri dal confine italiano, avrebbero facilmente superato il confine, in aggiramento dell'esercito italiano scoperto sul fianco ovest. Il cammino ci porta alla scoperta di quei luoghi, tanto eroici quanto sconosciuti ai più, vantando scarse documentazioni storiche probanti, ma riconosciuti tali nel dopoguerra per i segni lasciati sul terreno. La risalita al Testo dei Cicioi, che si può intraprendere solo accompagnati, ci consente di misurare con mano e documentare con gli occhi quanto quei crinali seppero di lotte, in particolare all’arma bianca, data la ristrettezza delle loro chine. Allora, ora l’uno ora l’altro degli eserciti attaccanti risaliva il crinale, ma veniva respinto a baionetta, scontando il prezzo di centinaia di soldati caduti. Poco rimane di quelle battaglie, se non incavi ricoperti di bosco, piccoli muriccioli, spiazzi per i baraccamenti, gli stol della Brigata Roma, radure disseminate di faggi: le memorie riportano come in quelle radure i corpi dei soldati A.U. caduti venissero bruciati, tale era l'impellente necessità dell'esercito imperiale di garantire solo la strenua difesa contro l’avanzare del nemico, e soccombenti sotto il suo martellante fuoco. Rio Romini ha segnato, per quei soli 15 giorni, ben di più di un improvvisato confine di Stato, avendo mostrato la crudele faccia della guerra di trincea, della lotta fratricida in ossequio a degli ideali, giusti per entrambi, pur non dichiarati.
  • Le 40 e più monete ritrovate in un involto nel bosco sul finire del secolo scorso, provenienti da ben 5 diversi Stati dell'Impero, ben ci rappresentano la varia provenienza dei soldati dell'esercito A.U.
  • Il rientro al paese di Obra ci consente di percorrere la trincea che in taluni tratti è sdoppiata: la sua conformazione è dovuta a due ben distinte opere di scavo: la parte di trincea che più è a ridosso del crinale consentì ai soldati imperiali di presidiare visivamente e fisicamente il Rio, mentre successivamente l'esercito italiano, a partire dalla ritirata A.U. di metà giugno '16, ne scavò una parallela più interna e più ampia, in funzione delle diverse esigenze strategiche.

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