G.G.5 PDF Stampa E-mail
  • Percorso Grande Guerra 5

  • Bruni, Parmesan, Zendri: passeggiando attorno al forte
  • Il promontorio del Parmesan, vuoi per la collocazione geografica a metà Vallarsa, vuoi per la posizione dominante sulla direttrice nord-sud, già negli anni che precedettero la Grande Guerra fu valutato come “un mastino a guardia della valle”, con l'esito che le prime trincee e postazioni di mitragliatrice furono da subito messe in opera dall'esercito A.U. La sua perfetta collocazione divenne preziosa risorsa per gli austroungarici allorquando riconquistarono la gran parte della valle sulla spinta della Strafexpedition, tenendo il campo con almeno tre mitragliatrici puntate una su Rio Romini, e le altre sulla parte alta della valle e su Chiesa (ora Parrocchia) in preparazione di un previsto sfondamento degli stessi imperiali al Passo di Campogrosso. Questo non avvenne, e gia' alla metà di giugno 1916 il Parmesan cadeva in mani italiane, nonostante il micidiale mitragliere A.U. appostato al “Sasso Rosso” sulla cima del colle, abbattuto anche lui nel corso di un assalto. Iniziò così il presidio italiano, con la costruzione del Forte, che alla fine del 1917 vantava la collocazione di tre cannoniere ed altrettante postazioni di mitragliatrice dislocate su un’ampio areale.
  • Il percorso G.G. 5, che parte da Bruni, ci conduce prima alle postazioni più in basso (foto 3), quelle delle feritoie delle mitragliatrici A.U. appena sopra lo scorrere del Rio Romini, e poi a salire alle feritoie e cannoniera italiane, ed alla cannoniera di mezzo che presenta, al suo interno, la ramificazione illustrata sul disegno (foto 2), che comprendeva ben quattro bocche da fuoco, ed una ulteriore postazione di mitragliatrice, nonchè un’uscita secondaria che risale in sommità. Di particolare interesse è la targa collocata sull’ingresso della cannoniera (foto 1).
  • Il “Sasso Rosso” sul colle, ci porta alla memoria quanto si racconta sui primi ritrovamenti dei recuperanti nel dopoguerra, i quali trovarono cumuli di bossoli all'intorno del sasso, a riprova della enorme quantità di proiettili sparati per la difesa della postazione.
  • Sul prolungamento del Monte Parmesan che conduce ai prati sotto l’abitato di Obra, sono presenti ulteriori caverne, cannoniera e mitragliera, e l'imbocco della scala che conduceva in fondovalle sul greto del torrente Leno.
  • L’originaria scala, interamente costruita in legno, consentì ai soldati italiani la prima risalita in copertura sul colle, impossibilitati altrimenti al trasporto degli armamenti e degli uomini stessi in sicurezza. Quella che oggi vediamo è la sua ultima parte e l'uscita, costruita in cemento armato. Da un documento di allora si desume che il numero di gradini ricavati per superare i quasi duecento metri di dislivello fosse all’incirca fra i 300 e i 400, con le evidenti difficoltà nel trasportare uomini e pezzi d'artiglieria, incolonnati sulla risalita e privi di protezione alcuna.

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