- Percorso Grande Guerra 11.1
- Dosso e il caposaldo AU della Pilozeta
- Il percorso G.G. 11.1 si apre con il passaggio al murale dipinto sulla facciata della ex scuola elementare di Valmorbia, dove si ricorda il premio Nobel Eugenio Montale, con l'illustrazione della sua poesia “Valmorbia”, ricompresa nella raccolta “Ossi di seppia” e scritta dallo stesso in seguito alla sua esperienza di guerra, qui arruolato nell'esercito italiano. Ricco percorso questo, che ci accompagna in risalita prima al WerkValmorbia (ora Forte Pozzacchio), poi sulla prima linea delle truppe imperiali, sempre mantenute in mani loro per tutta la durata del conflitto. Importante opera bellica, il Werk, scavato interamente in roccia, ma non ancora definitivamente armato allo scoppio della guerra. Ciò nonostante, la sua mole incuteva paura, ed infatti un solo tentativo di assalto italiano venne programmato nella notte fra il 29 ed il 30 giugno 1916, terminato però con la perdita di piu' di 150 soldati, sembra addirittura uccisi da fuoco amico.
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- Superato lo slargo nei pressi del Forte, ci si inoltra sulla prima linea A.U., con le ampie piazzole destinate all'accampamento austriaco, alle prime opere in caverna ed agli scavi della trincea che conduceva al caposaldo della Pilozeta.
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- Opera militare di un certo interesse questo caposaldo, anche questo interamente scavato in roccia, comprendente un vasto locale interno, le diramazioni verso le postazioni di vedetta e di sparo, le piazzole destinate ai cannoni, la grande scala, ed il posto di blocco con spioncino al termine della galleria di collegamento.
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- Pur essendo il torrione della Pilozeta collocato alle spalle della prima linea, non si dubita che, imprendibile nella sua struttura monolitica e postazione privilegiata a quota 1200 mt.slm, ne fosse il centro nevralgico, cosi' come fosse il controllo dall’alto e la riserva del sottostante Werk. La prosecuzione di questa seconda linea corre alla base delle rocce della Pilosa, giungendo alla confluenza con la prima linea, sempre austroungarica, ed al caratteristico “Saso 'n aria”; masso che, mossosi dal monte e fermatosi a ridosso di una postazione di mitragliatrice, venne nel tempo ancorato al suolo al fine di evitare pericolosi rotolamenti a valle. Qui la trincea risale in alto sullo Spil, mentre la sua ridiscesa ci porta a conoscere il caposaldo del “Dosso armato”, il punto più esterno ed esposto al sistema di linea, sempre tenuto comunque in mano austroungarica, anche quando il suo presidio fu messo a dura prova dall'attacco di una pattuglia italiana in perlustrazione sui ripidi pendii sottostanti. Nello scendere al paese di Dosso, altre gallerie e postazioni possiamo scoprire, anche se è l'impervio terreno che ci rimane impresso nel quasi “rotolare” a valle, tale è la ripidità che ci riserva questo scorcio di discesa.
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